17 novembre: Festa del Beato Sisto Locatelli, compatrono di Rivarolo Mantovano
Sisto Locatelli nasce a Rivarolo nel 1455, è stato più volte Guardiano in S. Francesco a Mantova ed ha fondato numerose opere di carità e conventi. La sua scomparsa avvenne nel 1533. Sisto Locatelli, diciassettenne, lascia la sua famiglia agiata per entrare nel convento di S. Francesco a Mantova, dove era ancora fresco il ricordo dell’opera di Bernardino da Siena ed era palpabile l’esempio vivente di Bernardino da Feltre, che nel 1484 aveva istituito a Mantova il Monte di Pietà. In occasione della pestilenza che dilaga a Mantova nel 1497, Sisto soccorre le persone ammalate conforta i parenti nel lutto e si adopera per disinfettare e riassettare le case dei malcapitati. In un dipinto viene ricordato questo tragico evento dove il frate rivarolese è ritratto mentre tiene un’orazione di ringraziamento per la fine della pestilenza alla presenza del marchese di Mantova. Frate Sisto fu anche un tenace assertore della Immacolata Concezione della Vergine Maria, tanto da scriverne un trattato purtroppo andato perduto. Nel nome della Vergine il Beato Sisto ha profuso molti miracoli. La grande cultura, la vivace e incisiva eloquenza hanno fatto di Frate Sisto un oratore apprezzato e richiesto, non solo nella provincia veneta di appartenenza, ma anche in tutta Italia e all’estero. Come Guardiano di San Francesco a Mantova era stimato dai confratelli e dai Gonzaga. Col suo carisma si permetteva di assumere posizioni forti anche nei confronti dei suoi superiori quando si dovette lottare contro la benevolenza dei Ministri Generali che mettevano in discussione la stretta osservanza alle Regole di San Francesco. Al bresciano Franciscus Lychetum, nel 1520, e più tardi al parmense Paolo Pisotti nel 1528, Sisto si rivolse con fermezza e con dure espressioni di rimprovero per il comportamento iniquo che essi tenevano nei confronti dei frati che avevano scelto la “stretta osservanza”. A loro predisse, con immenso dolore, l’allontanamento dall’Ordine e una prematura e tragica morte. Furono infatti in seguito allontanati e dopo pochi anni morirono miseramente. In seguito si recò a Valdagno nel convento di S. Maria delle Grazie dove venne visto come un precursore perché convinse i frati ad adottare un regime di vita più austero. Nel 1494 Frate Sisto è a Cividale del Friuli per le prediche quaresimali e propone l’istituzione del Monte di Pietà adottando i Capitoli di quello di Padova. Il Monte viene inaugurato il 27 aprile dello stesso anno alla presenza del religioso che viene definito “Frate Sisto Predicatore Moderno” .Nello stesso anno, assieme a Bernardino da Feltre, inaugura il Monte di Pietà di Camposampiero (Padova). Nel 1500 si reca a Valdagno dove istituisce “L’Opera di Carità” a soccorso della popolazione provata da guerre e pestilenze. Dieci anni più tardi, sempre a Valdagno, in una memorabile predica sulla piazza maggiore, Frate Sisto propone l’erezione del Convento e Chiesa di S. Maria delle Grazie in ringraziamento per la cessata pestilenza. La presenza assidua del Frate in questo convento è ricordata per gli innumerevoli prodigi e miracoli compiuti nel nome della Vergine Maria. Nel 1510 è inviato dai superiori a Isola della Scala (Verona) per le prediche quaresimali. Lì, sul fatiscente ospizio dei Viandanti, Frate Sisto erige il Convento con chiesetta mantenendo la dedica a S. Maria Maddalena. A Rivarolo Fuori
(Mantovano), suo paese natale, fa erigere il Monte di Pietà a soccorso dei poveri provati dalla carestia e si batte contro i banchi feneratizi ebraici. Partecipa personalmente alla costituzione del Monte di Pietà incorporando il Pio Consorzio, le Confraternite del Santissimo Sacramento, della Beata Vergine e di San Giuseppe con la partecipazione di cinquanta capifamiglia. I dodici Capitoli, semplici e chiari,regolano l’organizzazione del prestito che non prevede il tasso di interesse. Assieme al Monte di Pietà viene fondata anche la “Frumentaria”, vero Monte frumentario che distribuisce il grano ai poveri che sono tenuti a restituirlo alla fine del raccolto, con l’aggiunta di un “coppello” per ogni sacco di prodotto prestato. L’approvazione pontificia di Paolo III è del 28 ottobre 1548. L’attività del Monte di Pietà si
svolgeva nell’attuale Palazzo Comunale. Nei documenti e nelle visite pastorali dei Vescovi nel tempo viene spesso ricordato il Beato Sisto “Illuminato fondatore del Monte di Pietà”, oppure “morto in santità”. A San Martino dall’Argine, nel 1527, fonda il convento dei santi Fabiano e Sebastiano, protettori dei contagi, eretto acanto a una chiesa esistente dal 1489. La costruzione fu povera ed essenziale secondo le regole dell’Ordine francesca no. Il convento poi andrà in rovina fino al 1577, quando Frate Francesco Gonzaga lo ricostruì e la chiesa divenne il mausoleo della famiglia. Frate Sisto Locatelli morì a Mantova il 17 novembre 1533. La sua salma, dopo una prima sepoltura nel cimitero comunale, venne traslata in San Francesco per il numeroso pellegrinaggio che si svolgeva sulla sua tomba. A Rivarolo il suo culto venne sempre tenuto vivo, e quando alla fine del Settecento i francesi fecero del convento di San Francesco di Mantova un magazzino militare, i rivarolesi preoccupati per la sorte del loro Beato lo fecero traslare a Rivarolo nel gennaio del 1799. Da allora la salma del Beato Sisto Locatelli da Rivarolo riposa nella Chiesa Parrocchiale rivarolese in una urna di vetro visibile sotto all’altare della cappella a lui dedicata.. Il 15 aprile del 1940 il Vescovo di Cremona, Mons. Giovanni Cazzani, dichiara autentico il corpo e decreta ed autorizza il culto al Beato Sisto Locatelli. Ogni anno, il 17 novembre, la Parrocchia ne celebra il ricordo.
